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Palm Sunday 1995 & 10th World Youth Day

X World Youth Day was celebrated with Pope St John Paul II internationally in August in Manila, the Philippines and on Palm Sunday in St Peter's Square.

X WYD Message: "As the Father sent me, so am I sending you" (Jn 20, 21)

Pope St John Paul II's Homily at Mass on Palm Sunday
St Peter's Square, 31st March 1996 - Italian & Spanish

""Benedetto colui che viene, il re, nel nome del Signore" (Lc 19, 38).

1. Oggi, Domenica di Passione o "delle Palme", desideriamo salutare Te, Signore Gesù Cristo, come Pellegrino. Tu giungi a Gerusalemme; vieni per la festa di Pasqua, vieni circondato da molti altri pellegrini.

Nell’Antico Testamento, Israele conservò sempre inscritta nella propria memoria la peregrinazione attraverso il deserto, sotto la guida di Mosè. Fu un’esperienza costitutiva per Israele, il popolo condotto da Dio dalla schiavitù d’Egitto al servizio del Signore (cf. Dt 26, 1-11 ). Mosè fece uscire la sua gente attraverso il Mar Rosso e, lungo un cammino durato quarant’anni, la guidò alla Terra promessa. Quando poi gli Israeliti si furono stabiliti nella patria loro assegnata da Dio, il ricordo della peregrinazione nel deserto divenne parte viva e dinamica del loro culto.

Gli Ebrei erano soliti recarsi in pellegrinaggio a Gerusalemme in varie occasioni, ma soprattutto per la festa di Pasqua. Anche Gesù vi giunse come pellegrino nei giorni precedenti la Pasqua: Pellegrino della "Domenica delle Palme". E noi, riuniti qui in Piazza San Pietro, lo salutiamo come il Santissimo Pellegrino, che conferisce senso definitivo al nostro peregrinare.

2. Il primo pellegrinaggio di Gesù dodicenne da Nazaret a Gerusalemme non annunciava già tale compimento? Allora, giunto alla Città santa con la Madre e Giuseppe, Gesù si sentì chiamato a fermarsi nel Tempio, per "ascoltare e interrogare" (cf. Lc 2, 46 ) i dottori riguardo alle cose di Dio. Quel primo pellegrinaggio lo coinvolse profondamente nella missione che avrebbe segnato tutta la sua vita. Niente di strano, dunque, che quando fu ritrovato da Maria e Giuseppe nel Tempio, Egli abbia risposto in modo significativo al rimprovero rivoltogli dalla Madre: "Non sapevate che io devo occuparmi delle cose del Padre mio?" ( Lc 2, 49 ).

Negli anni che seguirono a quel misterioso avvenimento, Gesù, adolescente e poi uomo maturo, salì molte volte a Gerusalemme come pellegrino. Finché, nel giorno che oggi celebriamo, vi si recò per l’ultima volta. Quello della Domenica delle Palme fu, pertanto, un pellegrinaggio messianico in senso pieno, nel quale si compirono gli oracoli dei profeti, in particolare quello di Zaccaria, preannunziante l’ingresso del Messia in Gerusalemme in groppa ad un puledro d’asina (cf. Zc 9, 9 ), circondato da folle osannanti per aver riconosciuto in Lui l’Inviato del Signore. Proprio per questo, sulla strada che Gesù stava percorrendo, i discepoli e la gente stendevano i loro mantelli, gettavano rami di palma e d’ulivo e lo salutavano cantando con entusiasmo parole di fede e di speranza: "Benedetto colui che viene, il re, nel nome del Signore!" ( Lc 19, 38 ).

Ciò avvenne prima della festa di Pasqua. Pochi giorni dopo, le grida di esultanza, che avevano accompagnato l’ingresso del Cristo pellegrino nella Città santa, si sarebbero mutate in un urlo rabbioso: "Crocifiggilo, crocifiggilo!" ( Lc 23, 21 ).

3. Abbiamo appena ascoltato il racconto della Passione del Signore secondo San Luca. Sappiamo che oggi Gesù di Nazaret sale a Gerusalemme per l’ultima volta. Anche per questo lo salutiamo in modo particolare come Pellegrino.

È un Pellegrino straordinario, unico! Il suo peregrinare non è misurabile con categorie geografiche. Egli stesso ne parla col suo misterioso linguaggio: "Sono uscito dal Padre e sono venuto nel mondo; ora lascio di nuovo il mondo, e vado al Padre" ( Gv 16, 28 ). Ecco la giusta dimensione del suo pellegrinaggio! E la Settimana Santa, che oggi iniziamo, rivela tutta "l’ampiezza, la lunghezza, l’altezza e la profondità" ( Ef 3, 18 ) del peregrinare di Cristo.

Egli sale a Gerusalemme, perché si compiano in Lui tutte le profezie. Sale per abbassarsi e farsi obbediente fino alla morte e alla morte di croce, e per sperimentare, dopo lo spogliamento totale di se stesso, l’esaltazione da parte di Dio (cf. Fil 2, 8-9 ).

Soltanto questa Settimana, in tutto l’anno liturgico, a buon diritto viene chiamata "Santa": in essa è contenuto il compimento del mistero di Cristo, Santissimo Pellegrino "unito in qualche modo ad ogni uomo" (Gaudium et Spes, 22), pellegrino che cammina nella nostra storia. Che cosa, infatti, si può dire di più illuminante di questo sul senso del peregrinare dell’uomo: "Sono uscito dal Padre e sono venuto nel mondo; ora lascio di nuovo il mondo, e vado al Padre"? Non è proprio questa, in Cristo, la piena e definitiva dimensione di ogni umano peregrinare?

4. Per questa ragione la Domenica delle Palme è diventata, dieci anni or sono, il punto di riferimento centrale del grande e articolato pellegrinaggio dei giovani cristiani nel mondo intero. Esistono importanti motivi perché la Chiesa riconosca questa Domenica come la "Giornata dei giovani". Furono i giovani a correre incontro a Gesù che veniva a Gerusalemme per la festa di Pasqua. Furono loro a stendere mantelli e rami sulla strada e a cantarGli: "Osanna al figlio di Davide! Benedetto colui che viene nel nome del Signore!" ( Mt 21, 9 ).

I giovani manifestarono così l’entusiasmo della loro giovanile scoperta, una scoperta che fino ad oggi, di generazione in generazione, essi continuano a sperimentare: Gesù è "la via, la verità e la vita" ( Gv 14, 6 ). Egli è Colui che conferisce il senso definitivo al pellegrinaggio terreno dell’uomo. Dice infatti: "Sono uscito dal Padre e sono venuto nel mondo", e con queste parole indica l’inizio di tale itinerario. Soggiunge poi: "Lascio di nuovo il mondo, e vado al Padre", mostrando con ciò il termine del nostro camminare dietro a Lui.

5. Ecco perché, o Cristo, Santissimo Pellegrino della storia degli uomini, i giovani guardano a Te, che sei Via, Verità e Vita. Sul finire del secondo millennio cristiano, essi hanno intrapreso un grande pellegrinaggio, che, sotto il segno della Croce itinerante, li conduce lungo i sentieri della civiltà dell’amore. È un pellegrinaggio che si articola in molteplici livelli: parrocchiale, diocesano, nazionale, continentale e mondiale. Quest’oggi, in Piazza San Pietro, ci sono soprattutto i giovani della diocesi di Roma. Carissimi, vi saluto tutti. E insieme a voi saluto i giovani di ogni parte del mondo, che in tanti angoli della terra celebrano quest’oggi, in comunione con noi, la Giornata Mondiale dei Giovani.

Guardando a voi qui presenti, come non evocare l’esperienza straordinaria dell’Incontro mondiale della gioventù svoltosi tre mesi fa a Manila, nelle Filippine? Il nostro sguardo corre anche al pellegrinaggio della gioventù europea a Loreto, in programma per il prossimo settembre; e più in là ancora, ci attende la celebrazione della Dodicesima Giornata Mondiale, a Parigi, nel 1997.

Ti salutiamo, o Cristo, Figlio del Dio vivente, che ti sei fatto uomo e, come uomo, cammini con noi in pellegrinaggio attraverso la storia. Ti salutiamo, Divino Pellegrino, sulle strade del mondo! Davanti a Te stendiamo rami di palma e d’ulivo, come fecero un giorno a Gerusalemme i figli e le figlie d’Israele. Coinvolti da un medesimo slancio di fede e di speranza, anche noi esclamiamo: "Gloria a Te, Re dei secoli!"."

Papa San Giovanni Paolo II's words at the Angelus in St Peter's Square
Palm Sunday, 9th April 1995 - in Italian & Spanish

"Carissimi Fratelli e Sorelle!
Al termine di questa suggestiva celebrazione, desidero rivolgermi ancora una volta ai giovani per affidare loro simbolicamente la recente enciclica Evangelium vitae.

Cari giovani, proclamate e testimoniate il vangelo della vita!

Voi sentite pulsare, forte e prepotente in tutto il vostro essere, la vita. Ma non basta sentirla. Questo inestimabile bene va compreso sempre più profondamente, nella sua piena verità, perché lo si possa apprezzare, gustare ed amare.

E’ questo il contributo che la Chiesa, popolo della vita e per la vita, ha voluto offrire all'umanità con l'enciclica Evangelium vitae. A chi la legge integralmente e con animo sereno, essa apparirà per quello che è: un invito a riconoscere la vita come dono, da accogliere con gratitudine, da vivere secondo la legge dell'amore di Dio, da offrire responsabilmente nel servizio dei fratelli.

In essa, certo, non mancano esigenze severe: dei "no" fermi quanto doverosi, che traducono per il nostro tempo il comandamento divino "non uccidere", da sempre iscritto nel cuore di ogni uomo. Ma i "no" sono in funzione di un grande "sì" alla vita. Un "sì" che consegno in modo speciale a voi, cari giovani: fatevi voce di questo "sì", fatevi apostoli di questo "sì". Come i giovani che accolsero festosamente Cristo a Gerusalemme, aprite anche voi il vostro cuore al Redentore: siate il suo popolo, il popolo della vita e per la vita. Con il vostro entusiasmo operoso, costruite un argine contro la cultura della morte, e fate avanzare la cultura della vita!

Dopo l'Angelus:

Chers jeunes, je vous confie le message de l’Encyclique “Evangelium Vitae”: elle vous montre que la vie est un don magnifique qu’il faut protéger. Dites un “oui” enthousiaste à la vie, avec toute la richesse de votre personnalité. Que le Christ mort et ressuscité vous fasse découvrir le vrai sens de votre vie!

Young English–speaking friends, to you too I entrust the Encyclical on life. May each one of you realize that your own life is a great gift from God. Become defenders of life and of the right to life against the threats facing it today! May God strengthen you in this all–important task!

Quiero saludar a los jóvenes de lengua española aquí presentes. Os confío mi reciente encíclica “Evangelium Vitae”, y os exhorto a proclamar y testimoniar el evangelio de la vida, manifestando que sois parte de la Iglesia, pueblo de la vida y para la vida. En vuestro camino de fe, queridos jóvenes, os acompaña mi afecto y mi Bendición.

Zum Abschlu dieser eindrucksvollen Feier grüe ich Euch, liebe Jugendliche, sehr herzlich. Wie die Menschen in Jerusalem, so habt auch Ihr dem Erlöser Eure Herzen geöffnet. Durch ihn sind wir das Volk des Lebens. Helft mit, dieses ”Ja“ zum Leben in die Welt zu tragen und es zu bezeugen.

Queridos jovens de expressão portuguesa, ao concluir esta Celebração litúrgica de Ramos, desejo confiar–vos simbolicamente a Encíclica “Evangelium Vitae”. Com o vosso entusiasmo operoso, construí um dique contra a cultura da morte, e fazei triunfar a cultura da vida! Proclamai e testemunhai o Evangelho da vida!

Pozdrawiając pielgrzymów z Polski pragnę i wam, na końcu tego spotkania na placu św. Piotra, przekazać “Ewangelię życia”, nie tylko encyklikę, ale także posłannictwo i zadanie. Zanieście to zadanie z sobą, do waszych domów, do naszej Ojczyzny. Niech nie giną nie narodzeni! Niech żyje naród! Niech szanuje życie! Niech miłuje ludzkie życie każdego człowieka pod opieką Matki Najświętszej, Matki życia i miłości. Wy młodzi wróćcie do Ojczyzny z tym wielkim przesłaniem: “Ewangelia życia”!"