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Christmas - Natale - Navidad - Noël 1994

Pope Saint John Paul II's Homily at Midnight Mass
St Peter's Basilica - in Italian

"1. “Puer est natus nobis, Filius datus est nobis”: “Un bambino è nato per noi, ci è stato dato un figlio” (Is 9, 5).

In questa notte, in cui si celebra il Natale del Signore, le parole del profeta Isaia acquistano una particolare attualità. Ecco: nasce il Bambino. Scrive l’evangelista Luca: “Si compirono per lei i giorni del parto. Diede alla luce il suo figlio primogenito, lo avvolse in fasce e lo depose in una mangiatoia, perché non c’era posto per loro nell’albergo” (Lc 2, 6-7). Sono parole che ben conosciamo. Parlano a noi da innumerevoli rappresentazioni artistiche e da tanti brani di letteratura. Esse si trovano al centro della cultura cristiana e, in certo senso, anche di quella universale.

Nasce il Dio-Uomo, scegliendo di venire al mondo dal grembo di una madre come ogni uomo. È il primogenito, il primo e l’unico, dato alla luce da Maria. Come avviene per ogni neonato, anch’egli è lasciato alle premure della sua Genitrice e di Giuseppe, il carpentiere, che per volontà del Padre celeste ne diviene il custode sulla terra.

Il tempo della sua nascita ha una precisa collocazione storica: Gesù viene alla luce al tempo di Cesare Augusto, mentre Quirino è il governatore romano della Siria ed ha sotto la sua giurisdizione anche la Palestina. Gesù nasce durante il censimento disposto da Augusto per tutto l’impero. Per sottomettersi a tale ordine, Giuseppe e Maria si recano da Nazaret a Betlemme, perché appartenenti entrambi alla stirpe di Davide. Ma ciò che ha una particolare eloquenza è il fatto che, appena nato, il bambino Gesù “venne deposto in una mangiatoia, perché non c’era posto per loro nell’albergo” (Lc 2, 7).

2. “Puer est natus nobis, Filius datus est nobis . . .”.

Il Vangelo di san Luca ci racconta tutto ciò che riguarda la nascita del Bambino: era un puer, cioè un maschio; la madre era vergine, sposa di un uomo della casa di Davide (cf. Lc 1, 27), il luogo della nascita Betlemme (cf. Lc 2, 4), la culla una semplice mangiatoia (cf. Lc 2, 7). Esponendo l’evento, Luca lascia intravedere allo stesso tempo il contesto familiare. Come ogni famiglia umana, anche quella di Gesù attraversa i suoi momenti difficili. Poco dopo la nascita del Bambino, infatti, essa dovrà fuggire davanti alla crudeltà di Erode e, dopo la morte di questi, tornata in Galilea, condividerà la sorte di tanta gente semplice d’Israele.

Questa Famiglia è stata lungo l’arco di quest’anno il modello di tutte le famiglie umane, e lo rimane per sempre. Essa è, infatti, la Santa Famiglia. È la Famiglia nella quale venne al mondo il Figlio di Dio, il Redentore del mondo.

Nella notte del Natale del Signore, i pastori, che custodivano il gregge nei campi intorno a Betlemme, udirono le parole che li invitavano al luogo dove era deposto il Bambino. Un angelo disse loro: “Ecco, vi annunzio una grande gioia, che sarà di tutto il popolo: oggi vi è nato nella città di Davide un Salvatore, che è il Cristo Signore. Questo per voi il segno: troverete un bambino avvolto in fasce, che giace in una mangiatoia” (Lc 2, 10-12). I pastori di Betlemme possono così convincersi che la via della salvezza passa attraverso la famiglia.

Anche noi abbiamo potuto nuovamente convincerci di tale verità nel corso di quest’anno che sta ormai per terminare. Esso in tutto il mondo e nella Chiesa è stato l’Anno della Famiglia.

3. “Filius datus est nobis . . .”: “Ci è stato dato un figlio . . .” (Is 9, 5). Come è precisa la distinzione applicata dal profeta Isaia! Egli preannuncia la nascita del Signore, così come la raccontano il Vangelo di Luca e di Matteo, come pure quello di Giovanni. Se, infatti, il Bambino è nato come Figlio dell’uomo, figlio di una Madre umana, allo stesso tempo questo Figlio è stato dato dal Padre celeste come il più grande dono per l’uomo. Qui riuniti, siamo testimoni del mistero dell’Incarnazione. Il Figlio consustanziale al Padre, Colui che professiamo nel Credo con le parole: “Dio da Dio, Luce da Luce”, si fa uomo. “Il Verbo si fece carne”, scrive san Giovanni nel suo Vangelo (Gv 1, 14).

Con la sua nascita il Dio-Uomo introduce l’intera umanità nella dimensione della divinità, elargisce ad ogni uomo, che nella fede si apre ad accogliere il dono, la partecipazione alla vita divina. Proprio questo è il significato di quella salvezza di cui odono parlare i pastori nella notte di Betlemme: “Vi è nato un Salvatore . . .” (Lc 2, 11).

La via della salvezza passa attraverso la famiglia, non soltanto nel primordiale senso umano del termine, ma più ancora in ragione di quello che scaturisce dal Natale del Signore. Quando infatti l’eterno Padre ci consegna il suo Figlio perché questi dimori tra noi, egli dona a noi anche se stesso, ci dona insieme a lui la sua paternità, offrendo a tutti, all’umanità intera, la possibilità di entrare a far parte della grande famiglia divina. Le vie della salvezza dell’uomo si uniscono con quella Famiglia divina che si manifestò nella notte di Betlemme. L’Anno della Famiglia, che sta per finire, aiuti noi tutti ad approfondire questo mistero, per il bene di tutti gli uomini e di tutte le Nazioni del mondo.

4. Leggiamo in Isaia: “Il popolo che camminava nelle tenebre vide una grande luce; su coloro che abitavano in terra tenebrosa una luce rifulse. Hai moltiplicato la gioia, hai aumentato la letizia” (Is 9, 1-2).

Come avviene che il Natale del Signore sia un evento di gioia? È quanto accade, infatti, non solo per i cristiani, ma anche per gli altri. Il periodo di Natale è, nella liturgia e nella tradizione, un periodo di particolare letizia. La troviamo nei canti che oggi, sin dalla mezzanotte, risuonano qui nella Basilica di San Pietro e in tutto l’orbe terrestre. Essi risuonano perfino in mezzo alla sofferenza, come possono testimoniare quanti stanno vivendo l’esperienza del carcere, del campo di concentramento, dell’ospedale o di altri luoghi, nei quali si è sofferto o si continua a soffrire. La gioia per la nascita del Figlio di Dio è più grande della sofferenza. E io condivido questa gioia con voi tutti e tutti ad essa invito con le parole angeliche: “Gloria a Dio nel più alto dei cieli e pace in terra agli uomini che egli ama” (Lc 2, 14).

Cari Fratelli e Sorelle, vi annunzio una grande gioia: per mezzo del Figlio, che s’è fatto uomo per noi, Dio ci ama!"

Papa San Giovanni Paolo II's words at the Urbi et Orbi Message
Christmas Day, St Peter's Square, 25 December 1994 - in Italian

"1. “Il Signore Gesù quando prega il Padre perché “tutti siano una cosa sola” (Gv 17, 21) . . . ci ha suggerito una certa similitudine tra l’unione delle persone divine e l’unione dei figli di Dio nella verità e nella carità”. Così leggiamo nella Costituzione pastorale del Concilio Ecumenico Vaticano Secondo  Gaudium et spes sulla Chiesa nel mondo contemporaneo (Gaudium et spes, 24).

Dopo aver dischiuso davanti alla ragione umana le inaccessibili prospettive della fede, il Concilio continua: “Questa similitudine manifesta che l’uomo, il quale in terra è la sola creatura che Iddio abbia voluto per se stessa, non può ritrovarsi pienamente se non attraverso il dono sincero di sé” (Ivi).

2. Oggi è il giorno del Natale del Signore! Il Padre ci ha donato il suo Figlio: per questo ineffabile dono siamo pieni di gioia.

Il Figlio di Dio, concepito per opera dello Spirito Santo nel grembo dell’Immacolata Vergine Maria e nato nella grotta di Betlemme, ha scelto di entrare nel mondo all’interno di una famiglia, la Santa Famiglia di Nazaret.

Davanti al presepe, gli occhi del cuore e della fede si concentrano su questa Famiglia: su Gesù, su Maria e su Giuseppe.

Durante l’intero periodo natalizio i nostri sguardi gioiranno per il mistero della Santa Famiglia, così come gioiscono i bambini quando fissano il presepe, riconoscendo in esso quasi un prototipo della loro famiglia, la famiglia nella quale sono venuti al mondo.

Quanti presepi ci sono nel mondo! Nelle chiese, nelle piazze, come qui in Piazza San Pietro, nelle case e perfino nei luoghi di lavoro. Il Natale del Signore ci allieta, ci allieta il mistero della Santa Famiglia. Tutti desiderano aver parte a questa gioia: è gioia che oggi vogliamo augurare a tutti.

3. Il mio Messaggio natalizio quest’anno è indirizzato soprattutto alle famiglie. Al termine dell’anno ad esse particolarmente dedicato, là torna il pensiero, al mistero della Santa Famiglia, da cui la celebrazione ha preso l’avvio.

Il Legato Pontificio si recherà nuovamente a Nazaret, nella Festa della Santa Famiglia, per concludere solennemente quest’Anno nel luogo santificato dalla presenza umile e laboriosa di Maria, di Giuseppe e di Gesù.

Con questo Messaggio vorrei richiamare alla mente quanto nel febbraio scorso ebbi a dire alle famiglie del mondo intero mediante la speciale Lettera ad esse indirizzata. Desidero rendere grazie per tutti i frutti che l’Anno della Famiglia ha recato nelle singole Comunità ecclesiali e nei Paesi di ogni continente. Sono innumerevoli le iniziative promosse nel corso di questi mesi a favore della famiglia: esse hanno avuto il loro coronamento nell’indimenticabile raduno delle famiglie venute da tutto il mondo qui, in questa Piazza, l’8 e il 9 ottobre scorso. Con quale gioia abbiamo celebrato allora quella grande festa, nella quale la famiglia - piccola chiesa domestica - si è fatta presente in maniera veramente universale. È emerso quanto impegno creativo sia stato profuso per favorire la dignità del matrimonio e della famiglia, secondo l’espressione della Gaudium et spes, e nel promuovere iniziative a favore della sua santità.

Ricordando tutto questo, mi sale dal profondo del cuore l’implorazione: Famiglia, Santa Famiglia, guidaci con il tuo esempio e proteggici!

4. Gesù prega il Padre celeste perché tutti siano una cosa sola (cf. Gv 17, 21): è preghiera fiorita sulle sue labbra il giorno prima della Passione; preghiera che, però, egli porta già con sé nel momento della sua nascita: Padre, fa’ che “siano come noi una cosa sola” (Gv 17, 22). Non pregava in quel momento anche per l’unità delle famiglie umane? Pregava certo innanzitutto per l’unità della Chiesa; ma la famiglia, sostenuta da uno speciale Sacramento, è cellula vitale della Chiesa, anzi, secondo l’insegnamento dei Padri, è una piccola chiesa domestica. Dunque, Gesù ha pregato fin dalla sua venuta nel mondo perché quanti credono in Lui esprimano la loro comunione a partire dalla profonda unità delle loro famiglie; unità che del resto è insita “fin dal principio” nel progetto di Dio sull’amore coniugale, da cui la famiglia prende origine (cf. Mt 19, 4-6). Possiamo dunque pensare che Gesù ha pregato per la sacra e fondamentale unità di ogni famiglia. Ha pregato per “l’unione dei figli di Dio nella verità e nella carità”. Lui, fattosi “dono sincero di sé” nel venire in questo mondo, ha pregato perché tutti gli uomini, fondando la famiglia, diventassero per il bene di essa un reciproco sincero dono di sé: mariti e mogli, genitori e figli, e tutte le generazioni che compongono la famiglia, ognuno offrendo il proprio peculiare apporto.

5. Famiglia, Santa Famiglia - Famiglia così strettamente unita al mistero che contempliamo nel giorno del Natale del Signore, guida con il tuo esempio le famiglie di tutta la terra!

Ad esse voglio rivolgere ora un saluto e gli auguri che scaturiscono dal mistero del Natale del Signore.

Figlio di Dio, venuto fra noi nel calore di una famiglia, concedi a tutte le famiglie di crescere nell’amore e di collaborare al bene dell’intera umanità mediante l’impegno dell’unità fedele e feconda, mediante il rispetto della vita e la ricerca della fraterna solidarietà con tutti.

Insegna loro a rinunciare per questo all’egoismo, alla menzogna e alla ricerca spregiudicata del proprio tornaconto.

Aiutale a sviluppare le immense risorse del cuore e dell’intelligenza, che crescono quando sei Tu ad ispirarle.

6. Ma, mentre guardo alle famiglie alla luce del Santo Natale, non posso non volgere il pensiero alla grande famiglia umana, lacerata purtroppo da perduranti egoismi e violenze.

La tragedia della guerra in molte parti del mondo continua a causare innumerevoli vittime anche tra persone innocenti ed inermi. Come non pensare all’interminabile conflitto bellico che strazia, nel cuore dell’Europa, i Balcani? Nuovi focolai di tensione rischiano di coinvolgere altre regioni del mondo, come il Caucaso, dove la situazione si fa sempre più preoccupante; l’Angola, che continua ad essere preda delle convulsioni di una lotta fratricida mai sopita; il Rwanda, che dopo aver subito gravi e profonde ferite, tenta di sollevarsi dall’abisso nel quale è stato sprofondato da irrazionali passioni; il Burundi, paese anch’esso segnato da allarmante malessere. Che dire poi del Sudan con la sua guerra “dimenticata” e dell’Algeria, dove la violenza omicida tiene in ostaggio l’intero popolo? E la stessa terra dove Gesù è nato non continua forse ad essere teatro di scontri e luogo di divisione?

Giunga a tutti il mio auspicio di pace, in questo giorno che celebra il Principe della Pace.

Giunga particolarmente alle famiglie, ai fanciulli, alle donne, agli anziani, ai portatori di handicap, spesso vittime indifese dell’egoismo e dell’emarginazione.

Chiedo al Signore, piccolo ed inerme come ci appare nel presepe, di suscitare in ogni cuore tenerezza e compassione:

7. Asciuga, bambino Gesù, le lacrime dei fanciulli!
Accarezza il malato e l’anziano!
Spingi gli uomini a deporre le armi
e a stringersi in un universale abbraccio di pace!
Invita i popoli, misericordioso Gesù,
ad abbattere i muri creati
dalla miseria e dalla disoccupazione,
dall’ignoranza e dall’indifferenza,
dalla discriminazione e dall’intolleranza.
Sei Tu, Divino Bambino di Betlemme,
che ci salvi, liberandoci dal peccato.
Sei Tu il vero ed unico Salvatore,
che l’umanità spesso cerca a tentoni.
Dio della pace,
dono di pace per l’intera umanità,
vieni a vivere nel cuore di ogni uomo e di ogni famiglia.
Sii Tu la nostra pace e la nostra gioia! Amen!

Gli auguri natalizi ai Popoli e alle Nazioni

Ai fedeli raccolti in Piazza San Pietro e a quanti lo ascoltano attraverso la radio e la televisione il Santo Padre invia l’augurio natalizio in 54 lingue.

A quanti mi ascoltano

- di espressione italiana:
A tutti voi, carissimi Romani e Italiani, buon Natale! Giunga a ciascuno un saluto particolarmente caloroso. Restate ancorati saldamente ai genuini valori della vostra nobile tradizione civile e religiosa. Potrete così trovare le soluzioni più idonee per fronteggiare le difficoltà e costruire un presente ed un futuro ricco di speranza per l’intera Nazione. La grande Preghiera per l’Italia e con l’Italia, che lungo quest’anno ci ha accompagnati, prosegua nelle famiglie: essa recherà dappertutto frutti di serena concordia e di fraterna solidarietà.

- di espressione francese:
Bonne et heureuse Fête de Noël! Que le Christ Sauveur vous donne la joie et la paix!

- di espressione inglese:
May the joy of Christmas and the peace which the Birth of the Saviour brings into the world be in your hearts forever.

- di espressione spagnola:
¡Feliz Navidad! Que la Paz de Cristo reine en vuestros corazones, en las familias y en todos los pueblos.

- di espressione portoghese:
Feliz Natal para todos, e que a Luz de Cristo o Salvador ilumine os vossos corações de paz e de esperança.

- di espressione tedesca:
Ihnen allen ein gnadenreiches und friedvolles Weihnachtsfest.

- di espressione polacca:
“Chwała Bogu na wysokościach, a na ziemi pokój ludziom Jego upodobania”.

Tego pokoju, który przyniósł w darze nowo narodzony Jezus, życzę wszystkim moim Rodakom w Kraju i na świecie. Niech zamieszka on w naszych rodzinach, domach i w każdej wspólnocie. Niech swym bogactwem napełni każde człowiecze serce.

Wesołych Świąt i szczęśliwego Nowego Roku!

- di espressione latina:
Princeps pacis natus est ex Maria Virgine, venite adoremus eum.
"

St JPII - St Peter's Square, the Vatican on the Solemnity of the Nativity of Our Lord, 25th December 1994



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