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Feast of the Baptism of the Lord 1984

Pope St John Paul II's Homily at Holy Mass
+ administration of the Sacrament of Baptism in the Sistine Chapel
Sunday 8 January 1984 - in Italian

"1. “Gloria e lode al tuo nome, o Signore!”.

 L’invito dell’odierna liturgia a glorificare e a lodare il nome del Signore acquista oggi, festa del Battesimo di Gesù, un particolare significato.

Ho voluto celebrare questo “mistero” della vita di Cristo, conferendo in questa Basilica il Sacramento del Battesimo ad alcuni bambini e bambine nell’Anno Giubilare della Redenzione, per sottolineare che mediante questo Sacramento giunge, a coloro che lo ricevono, il dono della Redenzione, e viene ad essi applicata l’opera della salvezza e della santificazione, operata da Gesù con la sua offerta al Padre celeste.

La parola di Dio, che abbiamo ascoltato, ci presenta Gesù di Nazaret come il “servo di Dio”, profetizzato nel Libro di Isaia; il servo, oggetto dell’elezione e della compiacenza divina, compirà la sua missione con un atteggiamento di totale adesione alla volontà del Signore e di esemplare umiltà nei confronti degli uomini; sarà stabilito come “alleanza del popolo”, come “luce delle Nazioni”, cioè dei popoli pagani, per dare la vista ai ciechi e la libertà ai prigionieri.

Questo misterioso “Servo di Dio” è il Cristo, che porta la salvezza all’umanità. Nella narrazione evangelica testé ascoltata, appena Gesù è battezzato da Giovanni, si aprono i cieli, lo Spirito di Dio scende sul Cristo come una colomba e una voce - quella del Padre - dice: “Questi è il mio Figlio prediletto, nel quale mi sono compiaciuto”.

Alla profezia subentra ormai la realtà: il compiacimento di Dio per il suo Servo è il compiacimento del Padre per il suo Figlio eterno, che ha assunto la natura umana e che, con un gesto di profonda umiltà, ha chiesto a Giovanni quel battesimo, che era solo figura di quello che egli stesso avrebbe istituito non più come preparazione alla grazia ma come conferimento della grazia.

Carissimi fratelli e sorelle qui presenti, e, in particolare, voi che siete i padri, le madri, i padrini e le madrine di questi bimbi che fra poco riceveranno il Battesimo! La Chiesa continua ad obbedire nei secoli alle parole rivolte da Gesù agli Apostoli: “Mi è stato dato ogni potere in cielo e in terra. Andate dunque e ammaestrate tutte le Nazioni, battezzandole nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo” (Mt 28, 18-19).

2. Questi bimbi, frutto stupendo dell’amore dei genitori e altresì del misterioso gesto creativo di Dio, sono nati alla vita naturale. Ma, fra qualche istante, essi saranno protagonisti di una nuova nascita, quella alla vita soprannaturale, meritataci da Cristo: “In verità, in verità ti dico - sono parole di Gesù a Nicodemo -, se uno non nasce da acqua e da Spirito, non può entrare nel regno di Dio. Quel che è nato dalla carne è carne, e quel che è nato dallo Spirito è Spirito” (Gv 3, 5-6).

Il Battesimo è una rigenerazione spirituale, una “nascita dall’alto” (cf. Gv 3, 7), non meno vera e reale della nascita alla vita terrena. Questi bimbi mediante il Battesimo - come ci insegna la fede cristiana - saranno liberati dal peccato originale, saranno interiormente santificati per mezzo dell’infusione della grazia santificante, insieme con i doni degli abiti delle virtù teologali della fede, della speranza, della carità e dei doni dello Spirito Santo; saranno incorporati e resi conformi a Cristo e perciò diventeranno, in lui, figli di Dio, inseriti nella Chiesa, corpo mistico del Verbo incarnato.

3. Questa vita divina, che sarà loro comunicata dal Sacramento, dovrà crescere, maturare, perfezionarsi lungo il cammino della loro vita: “I seguaci di Cristo, chiamati da Dio e giustificati in Gesù Cristo, non secondo le loro opere ma secondo il disegno e la grazia di lui, nel battesimo della fede sono stati fatti veramente figli di Dio e compartecipi della vita divina, e perciò realmente santi. Essi quindi devono, con l’aiuto di Dio, mantenere e perfezionare, vivendola, la santità che hanno ricevuta” (Lumen gentium, 40).

È compito e dovere di tutta la Chiesa, ma in special modo dei genitori, dei padrini e delle madrine aver cura di aiutare questi nuovi figli di Dio nella loro crescita soprannaturale, offrendo loro ogni giorno l’esempio costante, generoso e costruttivo di una esistenza vissuta integralmente secondo le esigenze del Vangelo.

È questo l’augurio che oggi io rivolgo a questi piccoli, nuovi cristiani, nuovi membri della Chiesa in esultanza, nuovi frutti della Redenzione!

È questo l’impegno di responsabilità cristiana, che affido e consegno a voi tutti che mi ascoltate, in questa celebrazione comunitaria del santo Battesimo!

Così sia!"

Omelia di Papa San Giovanni Paolo II
a la Celebrazione del Giubileo dei Bambini
Aula Paolo VI, Domenica, 8  gennaio 1984 - in Italian

"1. Cari bambini, sono molto lieto di trovarmi in mezzo a voi, che fate corona al Bambino Gesù.

Sono convinto che siete contenti anche voi. Non è vero?

Voglio ripetervi quanto già sapete bene: voi siete i prediletti del Papa.

Questa cosa l’ho detta tante volte a bambini come voi, di ogni Nazione. Nella grande famiglia, che è la Chiesa cattolica, composta di tanti membri piccoli e grandi, i bambini sono i figli più cari.

Sapete perché?

Perché in voi si rispecchia più pura, più limpida, più trasparente l’immagine di Dio, il nostro Padre celeste, che ci ha creati per amore.

E poi voi siete i piccoli amici di Gesù: cioè del Figlio eterno del Padre che si è fatto uomo, uno come noi, per la nostra salvezza: si è fatto bambino, uno come voi, per portare nel mondo i doni dell’amore, della bontà, della pace.

2. Noi contempliamo questo divino Bambino nell’immagine tanto venerata e amata da voi romani, che tutti gli anni salite con i vostri genitori la scalinata che porta all’Aracoeli, per esprimere il vostro amore.

Oggi anche il Papa ha la gioia di vederlo e di adorarlo qui, insieme con voi.

I vostri canti, le vostre poesie, le vostre letterine mi hanno commosso. Voi le avete destinate al Bambino Gesù e anche al Papa, che è sulla terra il Vicario e l’annunciatore dei doni che questo Bambino ha portato nel mondo: la verità e l’amore. Vi ringrazio a nome di Gesù.

E ringrazio i bravi cantori, i bravi poeti, i bravi piccoli attori, e tutti coloro che li hanno preparati e guidati. Ringrazio anche gli ascritti alla Pontificia opera dell’infanzia missionaria, che educa i bambini all’amore per le missioni e all’aiuto spirituale e materiale per tanti coetanei delle Nazioni che non conoscono ancora Gesù.

Ringrazio voi tutti, carissimi, e ciascuno di voi, perché avete fatto tanta festa a Gesù, “il Diletto che pascola il gregge fra i gigli” (Ct 2, 16).

3. Ma adesso voglio chiedervi qualche cosa a nome di Gesù. Voi rispondete con sincerità alle mie domande.

Ditemi, cari bambini:

- Volete proprio bene al Bambino Gesù?

- Volete che Gesù regni nei vostri cuori? - Volete che Gesù regni nel mondo?

- Volete che in questo Anno Santo della Redenzione Gesù faccia più buoni tutti i bambini e tutti gli uomini della terra?

- Volete che in tutto il mondo, in tutte le Nazioni, in tutte le famiglie, scenda la benedizione e la pace del Signore?

Il Papa sapeva che avreste risposto tutti con un bel “sì”, così forte da far quasi tremare le pareti di questa sala.

Ma ora vi faccio altre domande, e sono certo che anche a queste domande risponderete con sincerità.

Cari bambini, volete essere buoni, sempre più buoni per amore di Gesù?

- Più fedeli ai vostri doveri di preghiera, di studio, di carità fraterna?

- Più obbedienti ai vostri genitori e superiori?

- Cercherete di essere sempre, anche da grandi, dei buoni amici di Gesù?

- Promettete di pregare per la Chiesa e per il Papa?

Ed ecco che io devo di nuovo ringraziarvi di questa promessa.

Sì, vi ringrazio e nel nome di Gesù Bambino e vi benedico di tutto cuore, con le vostre famiglie.

Lo stesso ringraziamento e la stessa benedizione estendo ai bambini delle varie Nazioni qui presenti, e a quelli che sono a noi uniti mediante la radio e la televisione.

Je bénis tous les petits amis de l’Enfant Jésus, qui sont aussi mes amis, et toutes les familles du monde.

I bless all the children and all the families in the world.

Von Herzen segne ich alle Kinder und alle Familie in der Welt.

Bendigo a todos los niños y a todas las familias del mundo.

Ora pregheremo insieme e alla fine di questa celebrazione del vostro Giubileo vi impartirò la benedizione col Santo Bambino di Aracoeli."

Papa San Giovanni Paolo II's words at the Angelus
- in Italian & Spanish

"1. In questa domenica a cui, in molti Paesi, è trasferita la solennità dell’Epifania del Signore, la Chiesa, mentre celebra la manifestazione luminosa del Salvatore alle genti e la vocazione universale alla salvezza, contempla pure la Vergine Madre che offre il Figlio all’adorazione dei Magi. Fin dall’antichità, infatti, l’Epifania è considerata un momento significativo dell’Incarnazione del Salvatore e quindi anche della divina maternità di Maria. Ma nell’avvenimento narratoci da san Matteo (Mt 2, 11), Maria, allorché presenta il Figlio ai Magi, non compie soltanto un suo gesto personale di Madre, ma è anche figura della Chiesa che, in qualità di madre di tutte le genti, nella persona di Maria, dà inizio alla sua opera di evangelizzazione. Questo significato personale ed ecclesiale della maternità verginale di Maria nella solennità odierna, ci sospinge ancora una volta a soffermarci sulla Vergine-Madre, per approfondire il valore ecclesiale di tale mistero.

Maria, infatti, è prototipo della Chiesa nella maternità verginale, mistero essenziale che la unisce alla Chiesa in una comune vocazione e missione. Il Cristo, come dice il Concilio Vaticano II, è nato dalla Vergine Maria per opera dello Spirito Santo, onde poter continuare in un certo senso a nascere e a crescere nella Chiesa sempre per opera dello Spirito Santo.

Ambedue, Maria e la Chiesa, sono templi viventi, santuari e strumenti per mezzo dei quali e nei quali si manifesta lo Spirito Santo. Esse generano in maniera verginale lo stesso Salvatore: Maria porta la vita nel suo seno e la genera verginalmente; la Chiesa la dona nell’acqua battesimale e nell’annuncio della fede, generandola nel cuore dei fedeli.

2. Nel mistero della Chiesa, che a sua volta è giustamente chiamata Madre-Vergine, la beata Vergine Maria dà, per prima e in modo eminente, l’esempio della Vergine e della Madre. In questo stretto rapporto tipologico, la maternità di Maria riceve luce e significato dalla maternità della Chiesa, della quale è membro e figura, e la maternità della Chiesa riceve luce e prende inizio reale dalla maternità di Maria, nella quale si sente già tutta perfettamente realizzata. Come Maria anche la Chiesa è vergine e, nel generare i figli di Dio, essa conserva integralmente la fede, la speranza e la carità.

La maternità verginale, che Maria e la Chiesa hanno in comune, fa di esse un’unità indivisibile e indissolubile, come in un unico sacramento di salvezza per tutti gli uomini.

Rallegriamoci, dunque, fratelli e sorelle, in questo giorno così significativo per la nostra salvezza, nel quale il Salvatore, la sua Chiesa e Maria ci appaiono intimamente uniti."

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