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Feast of the Baptism of the Lord 1986

Pope St John Paul II's Homily at Holy Mass
+ administration of the Sacrament of Baptism in the Sistine Chapel
Sunday 12 January 1986 - in Italian

"“Costui vi battezzerà in Spirito Santo e fuoco” (Lc 3, 16).

1. In questa domenica, che segue immediatamente la solennità dell’Epifania, la Chiesa ricorda nella liturgia il Battesimo del Signore al Giordano. Tale ricorrenza offre ai cristiani il contesto spirituale per ricordare il loro Battesimo, tanto più se avviene di amministrare questo sacramento, che rappresenta la porta di ingresso nella comunità ecclesiale. Sono lieto perciò di accogliervi, cari genitori, padrini e madrine, in questa Cappella Sistina per celebrare con voi il sacrificio eucaristico e per conferire il Battesimo ai vostri cari bambini.

È una celebrazione, questa, che ha un valore essenziale, perché tocca la funzione principale, affidata alla Chiesa dal suo fondatore divino: “Andate dunque e ammaestrate tutte le nazioni, battezzandole nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo, insegnando loro di osservare tutto ciò che vi ho comandato” (Mt 28, 19-20). La Chiesa vive e agisce nel mondo principalmente per questo: per donare agli uomini la salvezza che nasce da questo Sacramento, in virtù della venuta in mezzo a noi di Gesù Salvatore, che abbiamo contemplato in questi giorni nel mistero della grotta di Betlemme e nella sua manifestazione ai popoli, con la solennità dell’Epifania.

In questa cornice religiosa, porgo a voi tutti e ai vostri bambini il mio saluto più affettuoso e, per il vostro tramite, desidero estendere il mio pensiero a tutte le famiglie che oggi portano i loro piccoli nelle parrocchie per essere battezzati.

2. La liturgia, propria di questa domenica del Battesimo del Signore, richiama alla nostra mente le profonde realtà spirituali che riguardano questo Sacramento dell’iniziazione cristiana.

Anzitutto, ci ricorda la scena biblica in cui Luca (Lc 3, 21-22) ci presenta il Cristo, nelle acque del Giordano, al centro di una meravigliosa teofania: “Mentre Gesù, ricevuto anche lui il Battesimo, stava in preghiera, il cielo si aprì e scese su di lui lo Spirito Santo in apparenza corporea, come di colomba, e vi fu una voce dal cielo: Tu sei il mio Figlio prediletto in te mi sono compiaciuto”. La voce dal cielo è il segno di una rivelazione e di un intervento di Dio su Gesù, proclamato “Figlio suo” e presentato con i lineamenti della misteriosa figura del Servo di Jahvè, già annunciato come Messia dal profeta Isaia, ascoltato nella prima lettura: “Ecco il mio Servo che io sostengo, il mio eletto, in cui mi compiaccio” (Is 42, 1).

Difatti nella teofonia del Giordano il Padre vuole anzitutto presentare Gesù come il Messia atteso dalle genti, come colui che aprirà gli occhi ai ciechi e strapperà le catene ai prigionieri. A questo scopo il Padre lo ha investito pienamente del suo Spirito di potenza, e Giovanni Battista lo designa come “colui che è più forte di me” (Lc 3, 16).

Ma in quella teofonia battesimale il Padre, nel proclamare solennemente la divina filiazione, e nel dare formale investitura alla missione salvifica di Gesù, sancisce il passaggio definitivo dall’Antico al Nuovo Testamento; dal Battesimo di Giovanni, con la sola acqua e quale segno esterno, al Battesimo di Gesù “in Spirito Santo e fuoco” (Lc 3, 16), come segno salvifico. Lo Spirito Santo infatti nel Battesimo cristiano è l’artefice principale: è colui che brucia e distrugge il peccato originale, restituendo al battezzato la bellezza della grazia divina: è colui che trasforma il figlio delle tenebre in figlio della luce, lo schiavo del peccato nel libero cittadino del regno di Dio. Infatti, come afferma san Basilio Magno: “È lo Spirito che opera la reintegrazione nel paradiso, l’ingresso nel regno dei cieli, il ritorno all’adozione filiale. È lui che dona il santo ardire di chiamare Dio Padre, di partecipare alla grazia di Cristo, di essere chiamati figli della luce” (De Spiritu Sancto, 15, 36).

3. Cari fratelli e sorelle! A quali altezze e a quale dignità ci eleva il sacramento del Battesimo! “Quale grande amore ci ha dato il Padre per essere chiamati figli di Dio, e lo siamo realmente!”, esclama a questo proposito l’apostolo Giovanni nella sua prima Lettera (Gv 3, 1). E l’apostolo Paolo, il cantore delle meraviglie del Battesimo, come mistero pasquale di morte e di risurrezione, ci parla di una seconda nascita e di una “ineffabile filiazione adottiva mediante il lavacro di rigenerazione di rinnovamento nello Spirito Santo” (Tt 3, 5); rivolgendosi egli a ciascun battezzato, non esita a pronunciare queste solenni parole: “Non sei più schiavo, ma figlio; e se figlio sei anche erede” (Gal 4, 7).

Questa figliolanza divina impone al battezzato impegni e responsabilità. Il sacramento del Battesimo infatti è l’inizio di un processo spirituale destinato a trasformare tutta una vita. È un dono che richiede cooperazione nell’azione salvifica, comunicata ad ogni cristiano dal fermento della grazia sacramentale. Implica perciò una continua tensione e un impegno personale per conseguire una maturità spirituale fino alla piena conformità col Cristo. Si tratta di vivere veramente da figli di Dio: diventare di fatto ciò che già siamo di diritto per il Battesimo.

A questo proposito, il Concilio Vaticano II, di cui abbiamo ricordato recentemente i venti anni dalla sua conclusione, esorta tutti i cristiani, dovunque vivano, a “manifestare con l’esempio della loro vita e con la testimonianza della loro parola l’uomo nuovo di cui sono stati rivestiti nel Battesimo” (Ad Gentes, 11). Accogliamo questa esortazione e riaffermiamo con rinnovato ardore di fede gli impegni assunti un giorno per noi dai nostri genitori, padrini e madrine con le promesse battesimali. Rinnoviamo la nostra ferma e fervida adesione a Cristo e la volontà di lottare contro il male.

Impegnatevi con questo spirito davanti alla Chiesa per voi e per i vostri figli, che ora riceveranno il sacramento della fede, ed entreranno a far parte, con noi e come noi della comunità di coloro che sono stati “lavati, santificati e giustificati nel nome del Signore Gesù Cristo e nello Spirito del nostro Dio” (1 Cor 6, 11). Così sia!"

Papa San Giovanni Paolo II's words at the Angelus
- in Italian & Spanish

"1. Il Natale diventa Epifania nella solennità liturgica dei Magi. Dio e Padre del Signore nostro Gesù Cristo ha dato ai Magi dell’Oriente gli occhi illuminati della mente (cf. Ef 1, 18), che hanno, consentito loro di scorgere la luce della stella. Hanno seguito questa stella, cercando colui che “doveva nascere” (Mt 2, 4). Dopo essere stati nel palazzo di Erode, sono giunti a Betlemme. Gli occhi illuminati della mente hanno consentito loro di vedere Dio Incarnato nel Bambino posto tra le braccia di Maria. La povertà del luogo non lo ha loro impedito. Si prostrarono e offrirono i doni, che avevano portato.

Gli occhi illuminati della mente hanno loro consentito di adorare Dio, che essendo ricco si è fatto povero per gli uomini (cf. 2 Cor 8, 9) fin dall’inizio, già nel mistero della sua nascita sulla terra. I tre Magi dell’Oriente sono i testimoni particolari dell’Epifania di Dio.

2. Nell’odierna domenica la Chiesa pone davanti a noi un altro testimone dell’Epifania divina: Giovanni Battista. Quanto illuminati sono gli occhi della sua mente, quando nel vedere Gesù di Nazaret sulla sponda del Giordano, esclama: “Ecco l’agnello di Dio, ecco colui che toglie il peccato del mondo!” (Gv 1, 29). “Toglie il peccato del mondo”; eppure Gesù veniva al Giordano per mettersi tra i peccatori, che ricevevano dalle mani di Giovanni il battesimo di penitenza. E lo ricevette nonostante le proteste di Giovanni.

Tuttavia questi sapeva chi era colui che dalle sue mani riceveva il battesimo di penitenza. Aveva annunziato chiaramente: “viene uno che è più forte di me, al quale io non sono degno di sciogliere neppure il legaccio dei sandali: costui vi battezzerà in Spirito Santo e fuoco” (Lc 3, 16).

3. La Chiesa colloca questi due avvenimenti distanti tra loro nel tempo, in una sola unità liturgica: i tre Magi venuti dall’Oriente poco dopo la nascita di Gesù a Betlemme e il Battesimo nel Giordano. La stella misteriosa ha annunziato ai Magi chi era il Bambino nato a Betlemme. La voce dall’alto durante il battesimo nel Giordano ha annunziato a tutti: “Questi è il figlio mio prediletto, nel quale mi sono compiaciuto” (Mt 3, 17).

Da questi due avvenimenti comincia a svilupparsi nella storia dell’umanità l’Epifania definitiva di Dio, collegata con la “pienezza del tempo”.

Preghiamo, per intercessione della Madre di Dio, perché possiamo partecipare all’Epifania: perché ci siano largamente aperti gli occhi della fede, che ci permetteranno di vedere e ascoltare le “grandi opere di Dio” (At 2, 11).

Ai fedeli presenti per ricordare la celebrazione nella diocesi della “Giornata del Seminario” 

Nella diocesi di Roma si celebra oggi la “Giornata del Seminario”, promossa dall’Opera delle vocazioni sacerdotali. È un appuntamento annuale prezioso in ragione degli scopi che si prefigge: l’offerta al Signore della preghiera e dei sacrifici per il seminario, da parte della comunità dei fedeli e l’espressione della solidarietà, del sostegno e della stima verso tale importante istituzione, che ha lo scopo di curare la preparazione spirituale, morale e culturale dei candidati al sacerdozio.

Quanto si fa oggi per il seminario di Roma, il quale si compone di tre Istituti: Seminario Maggiore, al Laterano per gli studi filosofici e teologici, Seminario Minore per gli studi liceali e medi, Almo Collegio Capranica per le vocazioni adulte, lo si fa per il domani della sua Chiesa: questa avrà, infatti, i pastori alla cui formazione ha attivamente ed efficacemente contribuito.

Nessuno si senta estraneo a tale impegno. Tutti - famiglie, parrocchie, educatori, giovani sono chiamati a dare convinta e generosa collaborazione. Al resto penserà il Padrone della messe."

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