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Feast of the Baptism of the Lord 1996

Pope John Paul II's Homily at Holy Mass
+ administration of the Sacrament of Baptism in the Sistine Chapel
7 January 1996 - in Italian

"Carissimi Fratelli e Sorelle!
1. L'odierna festa del Battesimo di Gesù conclude il tempo di Natale, il tempo liturgico delle «manifestazioni» progressive di Gesù: nella nascita a Betlemme, quando appare con il volto di Bambino, «primogenito di ogni creatura», «immagine visibile dell'invisibile Dio» (cfr. Col. 1- 15); nella festa dell'Epifania, in cui si offre come atteso e cercato dono per tutte le genti della terra e come luce verso cui converge il cammino interiore della storia; ed infine nella celebrazione di oggi, in cui, entro le acque del Giordano, Egli si fa solidale con l'uomo, china «il capo immacolato dinanzi al Precursore; /e, battezzato, scioglie il genere umano dalla schiavitù, /amante degli uomini» (Liturgia Byzantina: EE, 3038). Viene cosi consacrato Servo «con unzione sacerdotale, profetica e regale, perché gli uomini riconoscano in lui il Messia, inviato a portare ai poveri il lieto annunzio» («Praefatio» in festo Baptismatis Domini).

Sono le tappe di una manifestazione di Cristo che si fa progressivamente sempre più interiore e profonda.

2. Essa si trasferisce, oggi, in modo singolarissimo, nella celebrazione del Battesimo di questi 20 bambini, provenienti da varie Nazioni del mondo. Questo sacramento rinnova in loro il misterioso dono della grazia divina, che imprime un sigillo incancellabile nella loro anima, dando origine ad una nuova nascita: « ...da Dio sono stati generati... A quanti l'hanno accolto, ha dato potere di diventare figli di Dio... » (Io. 1, 12-13).

La grazia santificante, che elimina il peccato originale, infonde in essi con il Battesimo le virtù teologali e i doni dello Spirito Santo; li inserisce inoltre nel Corpo mistico di Cristo, che è la Chiesa.

Quanto è grande il Battesimo, il primo dei Sacramenti e il più necessario per la salvezza! È il cardine della vita cristiana, soglia di tutti gli altri Sacramenti e della rigenerazione a quella vita immortale di cui ci parlano anche i meravigliosi affreschi di Michelangelo, che possiamo ammirare in questa suggestiva Cappella Sistina.

È da questa consapevolezza che si è sviluppata la prassi di battezzare i bambini fin dal primo inizio della loro esistenza terrena. Ovviamente, tale prassi suppone che gli anni successivi, soprattutto quelli dell'infanzia, della fanciullezza e della giovinezza, siano poi configurati come un autentico catecumenato, un itinerario di iniziazione alla vita cristiana e di progressivo inserimento nella Comunità dei credenti.

3. Cari genitori, cari padrini e madrine, questi piccoli, ai quali oggi è amministrato il Battesimo, avranno bisogno di capire, ripensare ed apprezzare l'inestimabile dono del Sacramento ricevuto. Tocca a voi affiancarvi ad essi, che ora non sanno e non capiscono, ed essere i loro primi maestri nell'insegnamento delle verità cristiane.

Ascoltateli, questi bambini! La fede nasce dall'ascolto della Parola di Dio. E quello dell'ascolto è un atteggiamento che come ogni altro - si impara anzitutto in famiglia. Chi ha trovato ascolto, sa dare ascolto, come chi è stato amato, più facilmente sa amare.

Aiutateli, questi bambini, a crescere fedeli al Vangelo, pronti ad amare Dio ed i fratelli. Guidateli, con l'esempio e con la parola, sul sentiero della santità cristiana.

La vostra missione di genitori non si limita al dono della sola vita fisica. Voi siete chiamati a generare i vostri figli anche nella fede e nella dimensione dello spirito.

Imitate la Santa Famiglia di Nazaret, ed invocate la costante protezione della Vergine Santa e di San Giuseppe sulle vostre case.

In questa occasione solenne, davanti ad un cosi significativo numero di battezzandi che stanno per diventare figli adottivi di Dio, sembra di riudire le parole del Padre celeste ascoltate poc'anzi nel Vangelo: Ciascuno di questi bambini e di queste bambine è mio figlio prediletto, oggetto della mia compiacenza ».

E per voi - genitori, padrini, madrine, adulti e cristiani consapevoli della nostra vocazione - risuona l'invito: «Ascoltatelo!» (Marc. 9, 7).

Vi aiuti in cosi impegnativa missione Maria, Madre di Dio e della Chiesa e tutti i santi che tra poco invocheremo."

Papa Giovanni Paolo II's words at the Angelus
- in Italian & Spanish

"Carissimi Fratelli e Sorelle!
1. Alla luce dell’Epifania appena celebrata, riprendo oggi la riflessione intorno al Concilio Vaticano II, considerando il decreto Ad gentes sull’attività missionaria della Chiesa.

Esso ci ricorda innanzitutto che la Chiesa è di sua natura missionaria (AG, 2). È spinta infatti dallo Spirito di Cristo in tutte le latitudini, incalzata dall’intimo bisogno di comunicare la buona notizia, che è il senso e il cuore stesso del Vangelo: Dio ama l’uomo! Dio si è fatto uomo in Cristo, il Verbo incarnato, il Redentore. Accogliendo Cristo come proprio Redentore, l’uomo riceve la figliolanza e la vita divina. Come potrebbe la Chiesa tenere per sé una notizia così bella, così decisiva? Annunciandola, essa non soltanto obbedisce al mandato di Cristo, ma continua nel mondo la sua missione, in certo senso lo “visibilizza” con la forza dello Spirito Santo.

All’interno e a servizio di tale missione fondamentale, a cui tutta la comunità cristiana è chiamata, si pongono le missioni ad gentes, il cui fine proprio - come spiega il Concilio - è “l’evangelizzazione e l’impianto della Chiesa nei popoli e gruppi in cui ancora non ha messo radici” (AG, 6).

2. La tradizione missionaria della Chiesa ha scritto nei secoli pagine di storia stupende. Ancora oggi, tanti missionari dedicano la loro vita alla causa del Vangelo e alla promozione dell’uomo, spendendosi soprattutto per i più poveri, in situazioni spesso difficili e rischiose, chiamati talvolta alla testimonianza suprema del martirio. Con le parole dei Padri conciliari, desidero inviare un saluto affettuosissimo a tutti questi araldi del Vangelo, “specialmente a coloro che soffrono persecuzione per il nome di Cristo” (AG, 42).

È vero: l’azione missionaria della Chiesa lungo i secoli ha conosciuto anche limiti. Ma il Concilio ha colto e riproposto il meglio di questa straordinaria avventura apostolica, quando ha sottolineato che l’annuncio cristiano, pur evitando ogni forma di sincretismo, non intende mai pregiudicare l’identità e la ricchezza culturale dei popoli. Ciò a cui mira è un autentico incontro tra popoli e Vangelo, affinché “quanto di buono si trova seminato nel cuore e nella mente degli uomini o nei riti particolari e nelle culture dei popoli, non solo non vada perduto, ma venga sanato, elevato e perfezionato” (AG, 9). Di grande rilievo, sotto tale profilo, è l’attenzione che il Concilio riserva alla promozione delle Chiese particolari nei territori di missione, incoraggiando la formazione del clero indigeno e di un laicato maturo, capaci di inculturare il Vangelo nel tessuto vitale delle etnie e delle nazioni.

3. Alle soglie del Terzo Millennio la Vergine Santa, Stella dell’evangelizzazione, ottenga alla Chiesa un sempre rinnovato slancio missionario. Ella induca i fedeli ad accogliere il monito del Concilio, quando ricorda che “il primo e il principale loro dovere, in ordine alla diffusione della fede, è quello di vivere una vita profondamente cristiana” (AG, 36). La testimonianza dei credenti sia per il mondo d’oggi una nuova epifania di Cristo, della sua gioia e della sua salvezza."


After the Angelus:

"Rivolgo ora un cordiale saluto ai pellegrini, in particolare al Coro dei Ragazzi della parrocchia di san Pio X in Grottaferrata. Saluto anche quanti ci seguono attraverso la radio e la televisione: la pace e la gioia di Cristo, luce del mondo, siano sempre con tutti voi! Formulo questo augurio specialmente a quanti si trovano in situazioni di sofferenza e di difficoltà.

L’inizio di un nuovo anno risveglia in ognuno sentimenti di speranza, che per i credenti si fondano sulla fiducia nella Provvidenza divina. Pensando alle famiglie che vivono il dramma di un loro caro rapito, sento il bisogno, in questi primi giorni dell’anno, di rivolgere un accorato appello in favore delle persone che tuttora permangono nelle mani di anonimi sequestratori. Prego per ciascuno dei rapiti, perché possa tornare presto a casa. Prego anche per gli autori ed i complici di siffatti crimini, perché‚ siano toccati dalla grazia divina e restituiscano quanto prima questi nostri fratelli e sorelle all’affetto dei loro cari.

Al termine del tempo liturgico del Natale e dell’Epifania, faccio mie le parole dell’apostolo Giovanni: “La luce di Cristo splende nelle tenebre (cf. Gv 1,5), e quelle dell’apostolo Paolo: “Rinunciamo pertanto alle opere delle tenebre, comportiamoci onestamente, come in pieno giorno! (cf. Rm 12,12-13). Ecco il richiamo che dobbiamo accogliere, perché‚ il nuovo anno sia, come tutti ci auguriamo, un anno veramente “buono”.

Dopo i saluti in lingua italiana, il Papa si è rivolto ai pellegrini di lingua polacca con le parole che pubblichiamo in una nostra traduzione italiana:

Voglio salutare ancora i pellegrini di Andrychòw, venuti per assistere all’ordinazione episcopale del loro connazionale Mons. Stanisław Ryłko.

Infine, rivolgendosi ai pellegrini presenti in Piazza San Pietro, il Santo Padre ha detto:

A tutti auguro di nuovo: buon anno! Buon anno, e che il Signore vi benedica. Sia lodato Gesù Cristo... Piove! Probabilmente nevica sulle montagne...."

 

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